STATO – MAFIA: VI FURONO TRATTATIVE?

Pubblicato il da Carmelo Garofalo

DI CARMELO GAROFALO

 

 

A leggere le motivazioni della sentenza definitiva della Cassazione a conclusione del processo a Salvatore Cuffaro, un brivido avrà percorso il Senatore a vita Scalfaro, al suo tempo Presidente della Repubblica con Ciampi Capo del Governo di centro-sinistra, ai ministri di Grazia e Giustizia e del’Interno dello stesso Governo, e del Direttore generale dei penitenziari che aveva preso il posto del messinese Nicolò Amato, Magistrato di indubbia valenza professionale, garanzia assoluta di rispetto delle Istituzioni, che si era rifiutato di allentare le catene dei mafiosi ristretti nelle carceri di massima sicurezza.

Perché si imputa a Cuffaro aver dato vita ad un patto mafia-politica per aver chiesto un aiuto elettorale ad Angelo Siino per le regionali del ?99 (oltre 20 anni fa), come aveva ammesso lo stesso Cuffaro, il quale, però “ha negato di essere consapevole della mafiosità del Siino”.

A leggere le cronache giudiziarie di questi ultimi tempi si intravede una responsabilità nelle trattative Stato-mafia dei responsabili delle Istituzioni al tempo delle stragi del 1993, con l’aggravante che i vari Scalfaro, Ciampi e compagni di governo erano consapevoli di trattare con mafiosi nell’abolire il 41 bis ai “principi” della mafia siciliana, ed erano persone mature e vecchie volpi della politica, non giovani che, cercavano di raggranellare voti per servire il territorio e la gente che in loro credeva.

Sicchè, essendo, la legge uguale per tutti, ove venisse accertata la responsabilità, e noi, da “eterni” garantisti, ci auguriamo di no, è facile pervenire alle conseguenti conclusioni.

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